martedì 1 ottobre 2013

26 settembre - La Mia Padrona ed io ... e il resto non è esistito - L'incontro

La Mia Padrona mi viene incontro sorridendo; pantaloni e giubbotto di pelle neri, stivali alti con il tacco anch’essi neri. Sotto una camicia bianca, aperta a intravedere i seni.
Il sogno di ogni schiavo, che per me però è realtà, perché Lei è qui, ed io sono il Suo schiavo.

Un ciao e un bacio sulla guancia e già vorrei inginocchiarmi ai Suoi piedi.
Ma non è ancora il momento, posso e devo intanto servirla in un modo più semplice: Le prendo il portaoggetti e la borsa dentro cui ci sono i giochi e i frustini che userà su di me, tra cui un nuovo oggetto, una sorpresa ….

Entriamo in un bar prima di dirigerci verso l’hotel.

E’ bello servirLa anche in queste piccole cose, con gesti che dall’esterno possono essere letti come semplici gentilezze, ma che per me sono qualcosa di più, un qualcosa che deriva dall’essere i gesti di un cavaliere per la Sua Regina.
Un cavaliere che porta addosso i segni dell’appartenenza.
Al pene infatti porto una sorta di collarino doppio, che lo stringe all’attaccatura e alla base, fatto da due cinghie unite tra loro, sotto da una catenella, sopra da un corto nastro su cui è infilato un anello. E’ una mia invenzione, che la Mia Padrona ha apprezzato al punto che mi ha ordinato di presentarmi a Lei non portando nient’altro sotto i pantaloni, ben sapendo che c'è la possibilità che tutto ciò si intraveda attraverso la stoffa.

Poco dopo ci muoviamo verso la nostra destinazione, quella camera che sarà per alcune ore il regno in cui la Mia Regina disporrà di me, Suo unico e fedele suddito.

 
1- continua

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